Vivere a colori

Pavese recita: “Ogni nuovo mattino, uscirò per le strade cercando i colori”. E se non li trovassimo? Il sistema visivo ne percepisce circa 10 milioni, in assenza la confusione generata travolgerebbe da subito le nostre emozioni. Verde natura, rosso passione, giallo calore, blu acqua e cielo. Insomma, se svanissero i colori buona parte del nostro entusiasmo sparirebbe, lasciando spazio all’inquietudine. E’ la storia di Neroli. Tutto era pronto per il suo 30°. Outfit perfetto: abito amaranto e sneakers argento, balayage da look “baciato dal sole” e palette dall’oro rosa al rame, a marroni opachi per il contouring viso. Ogni cosa era amplificata, un buon auspicio. Non erano dello stesso avviso i colori che, stanchi di smog e incuria all’ambiente, si preparavano a scomparire il dì seguente: tre giorni prima del grande giorno. Ogni sera Neroli compiva la skin care scegliendo cetriolo e aloe vera. Un gel verde, detossinante e lenitivo, pronta ad accogliere l’alba. Al mattino però le consuete linee violacee fendevano un orizzonte fumé. Un incubo? Strofinò gli occhi: una distesa di grigi indefiniti. Cercò jeans e t-shirt verde mela, un senso d’inadeguatezza la invase: un guardaroba bianco/nero rendeva improbabile distinguere gli abiti. Scesa in strada percepì il freddo, persone vagavano rapide bardate di capi rinfusi. Il cuore si unì allo stomaco. Il suo giorno era a rischio e il mondo minacciato. D’improvviso le tornò in mente un dono: “Il tuo nome e questi colori salveranno il mondo. Sogna, Neroli!”. Le avevano riferito dell’antico significato del suo nome, richiamava candidi fiori di zagara: “Splendore di luce bianca”, bianco come il colore di tutti i colori e di come la mistura di tre tinte era alla base di tutte le sfumature. Tre tubetti riposavano in soffitta, avvolti da una nota sbiadita che spiegava l’uso che avrebbe dovuto farne a ridosso di un evento importante: tre primari per tre notti. La prima notte si segnò col rosso e blu: sognò tinte dal rosa al violaceo, dal lilla al magenta. Allora fu di nuovo alba, tramonto e notti di luna piena. Poi toccò al giallo e blu: fantasticò di verdi distese, chiome e pascoli floridi e furono, prati, foreste e terra da seminare. L’ultima di giallo e rosso. Immaginò raccolti profumati e petali variopinti, contadini e vimini intrecciati. Quel giorno furono di nuovo frutti, fiori e grano caldo di sole. La festa era salva. Soddisfatta, decise che per il suo compleanno avrebbe segnato tutti gli amici che sarebbero intervenuti alla festa. Fu così che dai loro sogni colarono miscele screziate, che restituirono luce e splendore. Adesso anche il mondo era guarito. Con il consueto racconto di fantasia, abbiamo narrato di colori primari e loro combinazioni.

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